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Abbazia di Pomposa

Alcuni cenni storici

L'antico monastero benedettino di Pomposa comprende oggi la Basilica con l'Atrio, il Campanile romanico, la Sala del Capitolo, la Sala a Stilate, il Refettorio, il Dormitorio ed il Palazzo della Ragione.
Questi edifici ospitarono nel Medio Evo un centro di spiritualità e cultura tra i più importanti al mondo.
Eventi climatici favorevoli avevano permesso fra il VI ed il VII sec. l'insediamento di un gruppo di monaci benedettini provenienti da Ravenna, che avevano scelto un'isola fra il Po ed il mare che per la usa tranquillità favoriva meditazione e laboriosità.

La prima notizia scritta su Pomposa è però dell'anno 874 e riguarda una controversia giurisdizionale tra il Vescovo di Ravenna ed il Papato. Durante il secolo successivo il vitale monastero preparava la sua totale indipendenza da San Salvatore di Pavia e da Ravenna, che avveniva nel 1001, grazie all'accordo sottoscritto dall'Imperatore Ottone III ed il Papa Silvestro II.

Donazioni e privilegi accrescono la potenza economica pomposiana anche nelle limitrofe zone del Veneto e della Romagna.
Agli inizi del XIV sec. l'Abbazia di Pomposa aveva giurisdizione su 49 chiese sparse nell'Italia centro - settentrionale. Con l'avvento di San Guido degli Strambiati ad abate di Pomposa (1008-1046) inizia il periodo più fecondo dell'abbazia benedettina, che sarà visitata in seguito da personaggi importanti, come ad esempio San Pier Damiani e Dante Alighieri.
Nello stesso periodo, fu monaco Guido d'Arezzo al quale si deve "l'invenzione" delle note musicali. Molto famosa fu anche la ricca Biblioteca del monastero, che vide qui rifiorire studi classici, letterari, religiosi, per poi andare irrimediabilmente dispersa. Il Palazzo della Ragione, costruito alquanto discosto dal complesso monastico, è testimonianza dell' esercizio della giustizia da parte dell'Abate sui territori sottoposti al monastero.

Nei secoli dello splendore dell'Abbazia fiorirono le arti architettoniche e pittoriche, che ci hanno lasciato soprattutto i meravigliosi cicli trecenteschi della Basilica, del Refettorio e della Sala del Capitolo. Quindi, in seguito ad eventi catastrofici, culminati con la cosiddetta rotta del Po a Ficarolo, che si fa risalire al 1152, l'interesse economico e culturale abbandona il territorio costiero, oramai invaso dalle acque, e i monaci lascia Pomposa alla volta del nuovo convento di S.Benedetto di Ferrara (1553).

Il recupero dell'Abbazia di Pomposa fu poi attuato a partire dalla fine dell' '800, quando tutti i fabbricati vennero acquisiti dal Demanio e riportati a nuova vita.
Infine fu istituito nel 1976 il Museo Pomposiano che raccoglie, nel grande vano dell'ex Dormitorio dei frati, resti scultorei, dipinti ed altre opere d'arte legate alla storia del Monastero.

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